TURTORA MIRIANA : Acconciature nell’ antica Roma

Acconciatura maschile: il barbiere degli uomini più ricchi veniva chiamato tonsor ,e lavorava nella sua bottega o all’ aperto in strada.Nel II secolo d.C. l’esigenza per i più raffinati di recarsi più volte al giorno dal barbiere, che era anche parrucchiere, fa sì che le loro botteghe diventino luogo d’incontro.Per questa loro indefessa attività rimuneratrice sempre più richiesta, diversi tonsores si arricchirono e divennero rispettabili cavalieri o proprietari terrieri come Marziale nei suoi Epigrammi o Giovenale nelle sue Satire spesso riferiscono, ironizzando sugli ex-barbieri arricchiti.La bottega del tonsor era così organizzata: tutt’intorno alle pareti gira una panca dove siedono i clienti in attesa del loro turno, alle pareti sono appesi degli specchi sui quali i passanti controllavano la propria condizione “pilifera”, al centro uno sgabello su cui sedeva il cliente da riordinare, coperto da una salvietta, grande o piccola, oppure da un camice (involucrum).Attorno al tonsor c’erano i suoi aiutanti (circitores) per tagliare o sistemare i capelli secondo la moda che in genere era quella dettata dall’imperatorein carica.Fonte: Wikipedia.

Cesare con il volto glabro e i capelli acconciati in modo da nascondere l’incipiente calvizie

TURTORA MIRIANA: Abiti dell’ antica Roma tra influenze Etrusche e Greche

Scarse sono le notizie sull’abbigliamento dei primi abitanti di Roma, ma è possibile che essi si vestissero in modo simile alle statue pervenuteci, le quali sono datate a un periodo immediatamente successivo. Probabilmente nell’antichità, l’abito maschile consisteva in una tunica, una camicia e la toga, tipico indumento degli antichi cittadini romani. La toga era una sorta di mantello dalla forma semicircolare, che veniva indossato sopra la tunica, e l’ampiezza era la sua caratteristica principale: non a caso, era lunga tre volte rispetto all’altezza della persona e larga il doppio. Solitamente veniva arrotolata ai fianchi, formando così delle spesse pieghe di stoffa, mentre un lembo veniva appoggiato sulla spalla sinistra, in modo tale che un terzo della lunghezza ricadesse morbidamente sul davanti. Il resto del tessuto fasciava diametralmente la schiena giungendo a coprire la spalla destra, per poi poggiare sul polso destro. Le tasche, chiamate sinus, erano costituite da un insieme di pieghe. La toga candida era bianca e andava di moda a Roma, durante l’ultimo periodo della Repubblica per i candidati alle cariche pubbliche. La toga picta, di color porpora, era l’abito dei consoli e dei pretori, talvolta guarnita di decorazioni dorate o argentate. La toga praetexta, era, al contrario, la veste dei sacerdoti, dei senatori .

In inverno i Romani indossavano la paenula, una pesante mantella di lana o di pelle spesso chiusa e provvista di un cappuccio. La tunica era una sottoveste che si usava per casa, consistente in una comoda camicia che talvolta aveva ampie maniche e, inizialmente, arrivava a toccare le ginocchia. Più tardi la tunica si allungò fino ai piedi e poteva essere realizzata in lana, cotone o lino. La tunica talare in seta era, invece, il tipico abito maschile per le nozze. Nel corso dei secoli si arrivò a indossare più tuniche insieme: più succinta la prima, più larga l’ultima. In età tardo imperiale si diffuse l’uso della tunica manicata, che in passato era indossata esclusivamente dagli attori e dai sacerdoti. Uscire di casa con indosso soltanto la tunica era un segno di estrema maleducazione . Le donne romane vestivano allo stesso modo degli uomini, ma il loro abbigliamento subì l’influenza etrusca e greca che diffuse una nuova moda esclusivamente femminile. L’indumento più importante era una camicia piuttosto aderente che veniva  portata sotto l’abito; un mantello fungeva da soprabito e il velo cingeva delicatamente la testa. La tunica – usata anche in Grecia – era molto casta, lunga fino ai piedi e con maniche corte. In origine era fatta di lana, successivamente anche in cotone, in seta o in materiali trasparenti. Sopra la tunica le romane indossavano la stola, che aveva le maniche lunghe. Le più ricche tingevano le stoffe di rosso porpora, le ornavano con perle e spille d’oro e fermata sulla vita con una preziosa cinta.