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http://www.youtube.com/watch?v=p7ORtpNO8GA&feature=channel&list=UL

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http://www.youtube.com/watch?v=4tLTR3UQd54&feature=channel&list=UL

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http://www.youtube.com/watch?v=apJj1OEMK6o&feature=channel&list=UL

groups Arte record newsflashes 2

group Arte1 record newsflash 2

http://www.youtube.com/watch?v=1OaG6iVf4VI&feature=channel&list=UL

group Arte2 record newsflash 2

http://www.youtube.com/watch?v=cbxi-7hpsD4&feature=channel&list=UL

group Arte3 record newsflash 2

http://www.youtube.com/watch?v=mK9yGGkU_PE&feature=channel&list=UL

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http://www.youtube.com/watch?v=uU9nVWyJvHA&feature=channel&list=UL

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http://www.youtube.com/watch?v=zzsRUNP5aSE&feature=channel&list=UL

groups Arte record newsflashes 1

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http://www.youtube.com/watch?v=HD5EKMITBtU&feature=channel&list=UL

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http://www.youtube.com/watch?v=bgSBf9JKIK0&feature=channel&list=UL

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http://www.youtube.com/watch?v=PRiE2rsxAos&feature=channel&list=UL

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http://www.youtube.com/watch?v=6A5KtIuH4wM&feature=channel&list=UL

Meeting Donato Sicuro

Monday May 21 at the Liceo Scientifico Giustino Fortunato Rionero in Vulture, we kids in the class 1E we met professor Donato Sicuro, we talked about his book “I Cardellini non cantano piu” and some archaeological finds in Rionero but preserved in museum of Fine Arts in Budapest. After seeing a series of slides depicting […]

WebMeeting Italia-Turchia

Il 29 maggio finalmente ci siamo incontrati con gli studenti Turchi coordinati dalla professoressa Belgin Saka. Nei due mesi di attività iTEC avevamo avuto continui scambi di materiale e di valutazioni, e abbiamo potuto vedere quanto Italia e Turchia siano vicine, anche come distanza chilometrica, e quante cose abbiamo in comune nella storia passata.

Ci siamo collegati utilizzando Skype e abbiamo mostrato loro la nostra scuola e la nostra classe, comunicando in Inglese. I nostri amici turchi avevano in corso la manifestazione di chiusura del pilot 2 di iTEC e con loro c’erano anche i coordinatori ministeriali.

E’ stata davvero una bella esperienza!

Qui il link alla brochure dell’incontro

WebMeeting Italia – Turchia

Abbigliamento nell’antica Roma

Abbigliamento nell’antica Roma

Abbigliamento romano

Nell’abbigliamento dell’antica Roma[1] venivano distinti due generi diindumenti: gli indumenta, che si portavano di giorno e di notte, e gli amictus, che venivano indossati solo di giorno.

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Gli indumenti femminili

Matrona che indossa l’ amictus

Abbigliamento femminile, da un dipinto di Lawrence Alma-Tadema.

Le donne indossavano come indumenta il perizoma, una fascia per il seno (strophium,mamillare) o una guaina (capetium) e una o più tuniche subuculae, intessute con lana o lino ed in genere prive di maniche.

Sopra la subùcula veniva indossato il sùpparumoppure la stola (dette per questo tuniche superiori). Il sùpparum era una tunica femminile di lunghezza varia, ma non fino ai piedi (per cui la parte inferiore della subùcula rimaneva in vista)); somigliava al chitone greco, ma aveva i fianchi sempre cuciti; i margini superiori (non cuciti assieme) venivano accostati con fibule ocammei, in modo da formare due false maniche lunghe fin quasi al gomito.

La stola era invece una tunica ampia e lunga appunto fino ai piedi, fermata alla vita da un cingulum, una cintura, e generalmente si faceva uso di un succingulum per formare un secondo kolpos (sbuffo di stoffa) più ricco all’altezza delle anche.

La recta, infine, era una tunica bianca sprovvista di maniche, aderente alla vita e lievemente scampanata in basso. Era il vestito delle giovani spose romane, completato dal flammeum, ampio velo di color giallo fiamma (da cui il nome) da appoggiare sul capo e fatto scendere sul retro.

La palla invece era il classico mantello femminile. Di forma rettangolare simile al mantello greco, veniva indossata in modi svariati, talvolta anche poggiandone un lembo sul capo. Era l’equivalente del pallium maschile, diversa da questo per la vivacità dei colori e non tanto per la linea.

« Quando il pallio di lei pende troppo e tocca il terreno, prendilo e sollevalo con delicatezza dal fango della strada. Come ricompensa ai tuoi occhi si presenterà subito, senza che la fanciulla possa evitarlo, lo spettacolo delle sue gambe. »
(OvidioArs amandi)

Statua di Livia Drusilla trovata a Paestum, con stola e palla

Mentre gli uomini non portavano copricapi riparandosi dal sole o dalla pioggia con un lembo del mantello o sollevando il cappuccio (cucullus) della loro paenula, la donna romana metteva tra i capelli un nastro di color rosso porpora o un tutulus, una larga benda collocata a forma di cono sulla fronte.

La matrona aveva poi di solito annodato al braccio un fazzoletto, la mappa, per pulire il viso dalla polvere e dal sudore. Il muccinium destinato a soffiarsi il naso, non comparve prima della fine del III secolo d.C. [11] La domina aveva poi un ventaglio per rinfrescarsi e cacciare le mosche e un ombrello, non richiudibile, per ripararsi dal sole.

Per proteggersi dalle intemperie poteva essere indossato un mantello con cappuccio, byrrus, un indumento che si è tramandato fino al giorno d’oggi in Nordafrica, col nome, derivato dal latino, diburnus.

Le donne si adornavano con pettini, spille (fibulae) e, se potevano permetterseli, con numerosi gioielli: orecchini, collane, catenelle (catellae) intorno al collo, anelli alle dita, al braccio e alle caviglie